• Problemi di sicurezza dei dati e indagini

Emergono dubbi sulla presunta fuga di dati da Google

  • Felix Rose-Collins
  • 3 min read
Emergono dubbi sulla presunta fuga di dati da Google

Introduzione

Le recenti discussioni tra i SEO rivelano un crescente consenso sul fatto che la presunta fuga di dati di Google, inizialmente ritenuta contenente segreti sugli algoritmi di ranking, non mostra nulla di nuovo e potrebbe essere superata. Ecco i punti chiave e le opinioni degli esperti in merito alla situazione.

Reazioni iniziali e contesto

Come riportato in precedenza, le prime indicazioni indicavano che la presunta fuga di notizie non era un dump significativo di dati sugli algoritmi di ranking. Invece, molte domande sono rimaste senza risposta. La nostra opinione iniziale era:

"Al momento non ci sono prove concrete che questi dati 'trapelati' provengano effettivamente da Google Search... e non sono in alcun modo legati al modo in cui i siti web vengono classificati in Google Search".

Pareri di esperti e cautela

Molti SEO hanno consigliato cautela, esortando la comunità a esaminare i dati in modo obiettivo senza saltare alle conclusioni. L'ex-Googler Pedro Dias ha sottolineato la necessità di un contesto e ha messo in guardia dall'interpretare i dati per adattarli a nozioni preconcette.

Pedro Dias ha twittato:

"Non c'è niente di peggio di un'informazione senza contesto. Inoltre, è inutile cercare di spiegare qualcosa a qualcuno che accetta solo ciò che si allinea con i suoi presupposti e pregiudizi predefiniti".

Pedro Dias tweeted

Ryan Jones ha fatto eco a questo sentimento, consigliando ai SEO di rimanere obiettivi e di evitare i pregiudizi di conferma.

Scetticismo e chiarimenti

Con l'emergere di ulteriori informazioni, è diventato chiaro che molti SEO dubitavano dell'importanza della presunta fuga di notizie. Pedro Dias ha sottolineato che i dati potrebbero provenire da un'API esterna per la creazione di un archivio di documenti e non dall'algoritmo di ranking di Google.

Dean Cruddance, esperto di search marketing, ha dichiarato:

"Non c'è nulla che riveli la salsa segreta".

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Pedro Dias ha risposto:

"100%. Ma l'impatto di tutto ciò alimenta un sacco di fantasie e di semplicismi sulla ricerca, il che è subottimale. Alla fine, credo che sia più dannoso che vantaggioso. Non per le informazioni che contiene, ma per il modo in cui verranno interpretate".

Approfondimenti da parte di SEO veterani

Trevor Stolber e Kristine Schachinger, esperti di marketing di ricerca di lunga data, hanno notato che i dati apparivano obsoleti, con molti file risalenti al 2019. Hanno sottolineato che non c'era nulla di rivoluzionario o nuovo nelle informazioni, suggerendo che si trattava di una base di codice vecchia e inutilizzata.

Trevor Stolber posted:

  • Proviene da una base di codice deprecata.

  • In realtà non proviene dal loro algoritmo di ranking, ma è un'API utilizzata internamente.

  • La maggior parte delle cose che ci sono dentro le conoscevamo già.

  • La documentazione di un buon codice di produzione dovrebbe specificare intervalli e valori: qui non vedo nulla di tutto ciò.

  • Google non usa il DA (Domain Authority) - il DA è un analogo del PR (Page Rank) che era il principale elemento di differenziazione di Google.

Kristine Schachinger ha commentato:

"Ho letto i dump grezzi e sono tutti datati 2019 e non c'è letteralmente nulla che si possa desumere dal 90% delle pagine".

Analisi dei leader del settore

Brett Tabke, fondatore di PubCon e WebmasterWorld, ha dedicato molto tempo all'analisi dei dati. Ha concluso che i dati non erano una fuga di notizie sull'algoritmo di classificazione di Google, ma piuttosto documentazione per le chiamate API, senza alcuna rilevanza diretta per la classificazione dei siti web.

Le osservazioni di Brett Tabke (parafrasate):

  • Non si tratta di una perdita.

  • Non c'è nulla di direttamente legato agli algoritmi, ma si tratta piuttosto di chiamate API.

  • Non ha trovato nulla che indichi come i dati possano essere utilizzati come parte di un algoritmo di classificazione.

Conclusione: Dove sono i fatti?

La comunità SEO sta riconoscendo sempre più che questa presunta fuga di notizie non è la rivelazione rivoluzionaria che alcuni si aspettavano. Non si tratta di un dump di dati sull'algoritmo, ma probabilmente di un documento API obsoleto. Molti esperti concordano sul fatto che si tratta di una distrazione piuttosto che di una fonte di informazioni utili.

Ash Nallawalla, esperto di SEO aziendale, ha commentato:

"Come ho detto più volte, si tratta semplicemente di un documento API con un elenco di chiamate e non di un dump del codice algo. Al massimo, possiamo imparare qualche altra terminologia interna di Google".

Pensieri finali:

È essenziale affrontare queste informazioni con scetticismo e cautela, assicurando una comprensione approfondita prima di trarre conclusioni. La comunità SEO dovrebbe concentrarsi su dati verificati e aggiornati ed evitare di farsi influenzare da affermazioni non comprovate.

Felix Rose-Collins

Felix Rose-Collins

Ranktracker's CEO/CMO & Co-founder

Felix Rose-Collins is the Co-founder and CEO/CMO of Ranktracker. With over 15 years of SEO experience, he has single-handedly scaled the Ranktracker site to over 500,000 monthly visits, with 390,000 of these stemming from organic searches each month.

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